Gli Etruschi sono gli iniziatori della scuola orafa italiana

L’oro è il metallo prezioso che certamente più di altri cattura l’attenzione degli esseri umani da quasi 6000 anni. Grazie alle sue caratteristiche di grande malleabilità che ne favoriscono la lavorazione, l’oro è, da sempre, presente nelle vite delle persone, sotto forma di valuta ma soprattutto trasformato in oggetti e gioielli che sono delle vere e proprie opere d’arte.
Le prime estrazioni dell’oro, dopo un iniziale periodo in cui veniva semplicemente raccolto setacciando i corsi d’acqua, come i mitici cercatori del diciannovesimo secolo, risalgono circa al 6000 A.C. con tracce che portano al Nord Africa, in Mesopotamia, nella Valle del Indo e nella parte orientale del Mediterraneo.
Protagonisti indiscussi di questa prima fase della storia dell’oro sono gli antichi Egizi, ai quali vengono fatti risalire i primi monili e oggetti in oro, che nella loro tradizione rivestivano una grande importanza in quanto rappresentavano la sostanza stessa di cui era composto il corpo degli dei, in modo particolare il Dio Ra. Inizia qui il legame fra l’oro e tradizioni, o forse sarebbe meglio dire superstizioni, legate alla magia.

Ma nell’antichità, un altra popolazione molto più vicina a noi si distinse al pari degli Egizi nella lavorazione dell’oro: gli Etruschi.
Questa popolazione la cui storia è ancora in parte avvolta nel mistero, eccelse nell’arte orafa, come dimostrano i numerosi ritrovamenti di oggetti in oro, in particolare di orecchini, che raccontano di un elevato livello sia nell’estetica che soprattutto nelle tecniche di lavorazione; la Granulazione in particolare, molto utilizzata nella realizzazione degli orecchini, riprendeva una antica tecnica già in uso presso i Sumeri: la Granulazione consisteva nella lavorazione di minuscoli granuli d’oro utilizzati poi per decorare i gioielli. L’oro veniva ridotto in parti sottilissime alle quali si univa carbone in polvere che veniva quindi fatto fondere fino a creare delle piccolissime sfere che una volta raffreddate e pulite venivano utilizzate per decorare i gioielli saldandole con il calore o con delle colle naturali.

Con il successivo sorgere della civiltà romana, tecniche e conoscenze nella lavorazione dell’oro passarono a questi ultimi anche se la  scuola etrusca continuò a produrre oggetti in oro che si distinguono ancora oggi per l’altissimo livello nelle lavorazioni e le scelte estetiche.

Nella lunga e gloriosa tradizione orafa italiana, vivissima ancora oggi (basti pensare alle botteghe fiorentine di Ponte Vecchio) rimane viva la fiamma di quell’antica conoscenza propria degli Etruschi, quella sì portatrice di una qualche magia capace di incantare ancora oggi chi rimane perso a guardare un oggetto lavorato in oro.

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